Affrontiamo insieme alla dott.ssa Erica F. Poli questo periodo di emergenza durante il Coronavirus. Tra i videocorsi della dott.ssa Poli, oggi ti segnaliamo “Resilienza e riconnessione – Sopravvivere o esistere“.

Questo è il video numero 5 di una serie di 14, dedicata al tema “Ben-Essere nell’emergenza”.

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Il corpo è il più colpito dal trauma e allo stesso tempo l’alleato più potente.

Il trauma è legato a come una persona si percepisce, e ciò dipende da come ella si sente piuttosto che da cosa pensa.

Una lettura consigliata è “Somatic experiencing” di Peter Levin.

Per Levin il trauma non risiede nell’evento esterno inducente il dolore fisico o emotivo, e neppure nel dolore stesso; il trauma si genera quando non siamo in grado di liberare le energie bloccate e di attraversare una dopo l’altra tutte le reazioni fisiche ed emotive conseguenti all’esperienza. Il trauma non è quello che ci accade, ma è quello che tratteniamo dentro, in assenza di un testimone empatico.

La risposta corporea dovrebbe poter essere rilasciata, come accade nell’animale: esso scappa di fronte a un predatore oppure finge di essere morto e si immobilizza, ma poi appena possibile si scrolla e ripristina la propria fisiologia.

Nel nostro caso, noi ci troviamo ancora nel pieno dell’emergenza e il nostro corpo cotinua a non poter scaricare l’energia.

In questo senso sono importanti tutte le attività che permettono di scaricare il corpo. Per esempio della ginnastica, un ballo in casa, un massaggio, o lasciare che i movimenti spontanei del corpo accadano.

Un’altra tecnica è quella del pendolare o dondolare: quando pendoli, e ti permetti nel contempo di far fluire l’emozione, stai dando al corpo il messaggio che le cose cambieranno.

Altro accorgimento: utilizzare i movimenti di piccole articolazioni come polsi, caviglie, ma anche testa e occhi.

In questo modo evitiamo di cadere nella paralisi e nel congelamento, che a loro volta aumentano la paura instaurando un circolo vizioso.

L’importante è permettere al corpo di scaricare energia e restare nell’accoglimento delle emozioni che arrivano.