La dott.ssa Erica F. Poli parteciperà mercoledì 7 marzo 2018 alla Presentazione dell’Antologia “Sguardi di Donne” .
Luogo: Biblioteca Sormani, Sala del Grechetto (Milano)
Orario: 18.00-20.00
PAR COEUR
Per scrivere un racconto autobiografico è sufficiente disporre di foglio, matita… e della propria vita.
Può essere semplice ripercorrere il tempo a ritroso e raccontare episodi o fatti; molto più difficile è corredare gli eventi con le emozioni e gli stati d’animo allora provati.
“Ricordare” deriva dal latino recŏrdari, con prefisso re da cor cordis «cuore», perché il cuore era ritenuto la sede della memoria e, non a caso, in francese la locuzione “a memoria” di traduce par coeur.
Ecco, il cuore. Le quarantaquattro voci di donne qui presenti hanno riattualizzato un vissuto utilizzando diverse forme espressive – prosa, poesia, haiku, fotografia – ma tutte ci hanno messo il cuore ricreando binomi di spazio/tempo, luoghi/situazioni ascrivibili a una marcata sensibilità con cui hanno eseguito uno scavo interiore, non esente da nostalgia né da sofferenze (nostalgia significa infatti “dolore del ritorno”): ritornare al passato può far male, ma ci dà anche la consapevolezza di ciò che siamo stati e di ciò che siamo adesso, del nostro percorso e del senso che diamo alla nostra vita.
Le immersioni nel proprio vissuto hanno dato un esito sì cronachistico ma colmo di elementi emozionali quali paure, ansie, delusioni, dolori e gioie: hanno saputo ricostruire giardini suggerendo profumi e colori a indicare quiete e serenità; spiagge e scogli ci giungono con l’inquietudine del rumore del mare mentre il senso di pace è disegnato dal silenzio di una vetta montana; ci consegnano paesaggi urbani, agresti, nazionali e oltre confine. Il ritorno all’età dell’oro – l’infanzia – è sostenuto da incursioni nella lingua madre (dialetto) e le madri sono protagoniste di numerosi racconti. Donne per le donne, in quel gioco di matrioske che consente la prosecuzione della vita e vivacizza la solidarietà femminile, non per costruire un fronte o un ghetto, bensì per raccogliere e accogliere diverse esperienze comuni e farne ricchezza da donare.
Delicatamente, le narranti tratteggiano figure che altrimenti sarebbero destinate all’oblio: testimonianze di storie personali inserite in contesti che concorrono a formare la Storia, raccontata con timbri diversi perché le autrici hanno estrazioni differenti e tale diversità contribuisce a un risultato corale rendendo maggiormente suggestivo il percorso del volume.
È comune pensare allo sguardo come un guardare frettoloso. Non è così per questa antologia: sono Sguardi di donne che sanno osservare, esaminare, considerare, ma – più che altro – capaci di scrivere nuovi capitoli di ripartenza. L’immagine di copertina ben simboleggia tale resilienza.
Prefazione di Diana Battaggia